Il merito di MADE è che semplicemente mettendo in fila ed effettuando analisi dei dati nel corso del tempo e senza fare assunzioni circa la presentazione clinica dei casi, si possono fare osservazioni interessanti. 
La prima, ormai accettata da tutti, è la presenza di una variazione ciclica infrasettimanale con un minimo di casi la domenica ed una crescita fino al successivo mercoledì, per poi calare nel fine settimana. Questo complica la lettura dei dati giornalieri e infatti tutti ricorriamo alle medie settimanali, ed è giustificato dall’intensità degli accertamenti virologici, decisamente rallentata nel fine settimana. Tralasciando le considerazioni circa l’opportunità di mantenere stretti i tempi di accertamento (per tutto quello che ne dovrebbe conseguire per i casi identificati), la presenza della variazione ciclica è ormai accettata come ineluttabile. A ben vedere però la ciclicità c’è anche sui decessi, che non per niente sono una proporzione abbastanza costante del numero di casi diagnosticati 13 giorni prima. Le curve di letalità su MADE sono abbastanza chiare. Ma quello che colpisce soprattutto nelle ultime due settimane è la ciclicità pure nei decessi, che sopravanza la fluttuazione del ciclo di diagnosi.  Il martedì è il giorno in cui ci sono più decessi, anche tenendo conto della frequenza dei casi di 13 giorni prima.  A meno di una influenza astrale, il picco di martedì sembra difficilmente spiegabile dalla reale epidemiologia della malattia. Ci siamo meravigliati perché sembra che in Sicilia i dati non fossero trasmessi in modo regolare, ma se si guardano i dati si osservano diverse  “fluttuazioni” incomprensibili, come quella appena segnalata.

Se fossero disponibili i dati individuali da analizzare in forma anonima, da diversi interlocutori, in modo indipendente, eventuali problemi di qualità sarebbero individuati rapidamente. La qualità dei dati è strettamente connessa all’accessibilità e quindi non ci meravigliamo quando l’immagine che ci hanno costruita risulta frutto di manipolazione.

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