In questo numero

di Benedetto Terracini

Questa volta il contenuto del numero è eterogeneo: si spazia dalla fine vita agli indici di deprivazione, dalla registrazione dei mesoteliomi alle corrispondenze semantiche tra due modalità di raccolta del dato. Forse, la parola che maggiormente ricorre in questo numero è «valutazione», un termine che agli albori di Epidemiologia & Prevenzione appena si affacciava all'attenzione degli operatori e quasi solo per argomenti di epidemiologia clinica. Oggigiorno, il concetto va ben oltre quello originale di quantificazione o di validazione. Ben venga quindi la carta dell'Isola Tiberina, ma E&P sarebbe contenta di vedere l'affermazione del principio e la proposta metodologica integrate da descrizioni di vita vissuta, nel bene e nel male. Anche per la VIS, valutazione di impatto sanitario, argomento di cui si parla molto in molti contesti, mi pare che, nel Paese, i contributi (dentro e soprattutto fuori dalla rivista) vertano di più su un modello ideale (e certamente corretto) che non sulle sue applicazioni nel campo.

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Ottimo il progetto interdipartimentale ambiente e salute (PIAS) del CNR. Abbiamo avuto la fortuna, negli ultimi anni, di vedere lo sviluppo di un know-how di competenze e una rete di collaborazioni, che ci vengono invidiati da altri paesi e che ci permettono, di volta in volta, di evolvere dalla lettura intelligente delle statistiche correnti al disegno di sofisticati studi ad hoc di epidemiologia delle esposizioni che stimano il rischio a partire dalla misura delle esposizioni attraverso campioni biologici. L'epidemiologia ambientale serve nella misura in cui identifica sorgenti di inquinamento legate a un deterioramento della salute (o a rischio di malattia). Il progetto PIAS si collega con l'argomento «valutazione» in quanto affronta un settore in cui finora siamo stati in difetto, quello dell'analisi di come la ricerca epidemiologica serva per modulare i processi di disinquinamento (grande fonte di preoccupazione, a mio avviso, è la lentezza con cui  il nostro Paese si sta liberando dell'amianto: per di più, quando la bonifica sarà completa, ci vorrà mezzo secolo per vedere scomparire i mesoteliomi).

Legato al tema «ambiente e salute» è il contributo di Nicola Caranci. Spesso, degrado ambientale e degrado sociale vanno di pari passo. Da anni gli studi ecologici e analitici in aree inquinate hanno cercato di affinare i metodi per misurare gli effetti dell'ambiente al netto della deprivazione. Caranci porta un importante contributo in questo senso. A dire il vero, sarebbe anche interessante, soprattutto in aree ufficialmente definite «ad alto rischio ambientale», quantificare l'effetto del degrado sociale (che in zone come Taranto o Gela pare essere tutt'altro che trascurabile) al netto dell'inquinamento ambientale. La mia (modesta) opinione personale è che ne uccide di più la miseria (standardizzata per sporcizia) che la sporcizia (standardizzata per miseria). È probabile che – rispetto all'inquinamento ambientale – la «povertà» sia meno specificamente associata a specifiche patologie: approfondire l'argomento utilizzando come parametro l'aspettativa di vita, come proposto da Leombruni e collaboratori (o anche la mortalità per tutte le cause) sembra appropriato.

I materiali biologici sono una risorsa preziosa per la ricerca epidemiologica (eziologica, ma non solo). La preoccupazione di Petrini e Lanza per le conseguenze della pesante discesa della giustizia penale sul bancone del ricercatore è giustificata e condivisible. Ma brevettare invenzioni derivate da materiale biologico di origine umana solleva prima di tutto la questione di chi è il proprietario del materiale biologico stesso: il donatore o il ricercatore? Il dibattito non è nuovo, ma sarebbe bene riprenderlo.

Difficile raccapezzarsi sulla futura gestione degll'ECM… E&P è fiduciosa che nell'autunno 2011 Pietro Dri possa/voglia raccontare ai nostri lettori «come è andata» nel primo anno di applicazione del nuovo sistema.

Benedetto Terracini

Indice

Lettere

p. 130
La giustizia penale al bancone del ricercatore
On criminal justice at the benchside
Carlo Petrini, Carlo Lanza
p. 131
Il congedo del direttore
The director's farewell
Benedetto Terracini

Editoriali

p. 132
Assistenza alla fine della vita: monitoraggio e clinical pathways. Prospettive in Italia e in Europa
End of life care: monitoring and clinical pathways. Italian and European perspectives
Guido Miccinesi

Attualità

p. 134
Valutare perché. Commenti alla Carta dell’Isola Tiberina
Mario Braga, Cesare Cislaghi, Giuseppe Costa, Carlo Zocchetti
p. 138
p. 140
Il Progetto ambiente e salute del CNR
CNR Environment and Health Inter-departmental Project
Liliana Cori

Articoli scientifici

p. 143
Inquinamento urbano e ricoveri per cause respiratorie nei bambini a Pisa: confronto tra serie temporali e case-crossover
Urban air pollution and children respiratory hospital admissions in Pisa (Italy): a time series and a case-crossover approach
Maria Angela Vigotti, Maria Serinelli, Laura Marchini
p. 150
Aspettative di vita, lavori usuranti ed equità del sistema previdenziale. Prime evidenze dal Work Histories Italian Panel
Life expectancy, strenuous work and pension system's fairness. First evidence from the Work Histories Italian Panel
Roberto Leombruni, Matteo Richiardi, Moreno Demaria, Giuseppe Costa
p. 159
La valutazione della corrispondenza di due strumenti di misura: il caso della Val.Graf FVG Versione residenziale e dell’International Classification of Functioning, Disability and Health
The evaluation of the correspondence of two systems of measurement: the case of Val.Graf FVG Residential Version and International Classification of Functioning, Disability and Health
Francesca Baulino, Carlo Francescutti, Francesco Gongolo, Alvisa Palese
p. 167
L’indice di deprivazione italiano a livello di sezione di censimento: definizione, descrizione e associazione con la mortalità
The Italian deprivation index at census block level: definition, description and association with general mortality
Nicola Caranci, Annibale Biggeri, Laura Grisotto, Barbara Pacelli, Teresa Spadea, Giuseppe Costa
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