In questo numero

di Benedetto Terracini

Ambedue gli editoriali stimolano il pensiero, apparentemente su due argomenti diversi: le informazioni fornite al pubblico nel corso dell'epidemia di influenza H1N1 e i prevedibili effetti sulla salute dei cambiamenti climatici. Ma un ampio denominatore comune ai due argomenti è quello della comunicazione fallita: nel primo caso, tra produttori di linee guida e operatori, nel secondo caso tra mondo della ricerca e parlamentari. I due episodi, e i due editoriali, dovrebbero indurre a qualche riflessione sulla capacità degli epidemiologi italiani a esprimersi. C'è da chiedersi quale fosse il razionale scientifico (ammesso che ce ne sia uno) retrostante la mozione approvata nell'aprile scorso dal Senato della Repubblica, che privilegia – per fronteggiare i futuri effetti del clima – interventi di tipo adattativo rispetto ad azioni di mitigazione.

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Mutatis mutandis, la circostanza richiama la decisione (rivelatasi fallimentare) della «guerra al cancro», presa in sede politica da parte del presidente Nixon nel 1970. Se i nostri senatori non leggono il Lancet(vedi in questo numero pagine 201-203), forse avranno visto l'editoriale di Moisés Naìm (direttore di Foreign Policy) sul Sole-24 Ore del 13 dicembre, che confronta lo scetticismo sugli indizi scientifici dei futuri effetti del cambiamento climatico con quello artatamente espresso dall'industria del tabacco, mezzo secolo fa, sul senso dei primi indizi epidemiologici degli effetti devastanti della sigaretta. Effettivamente, i toni del revisionismo in tema di cambiamenti climatici (vedi anche La Stampadel 16 febbraio) sollecita un approfondimento delle retrostanti pressioni (scientifiche, ma forse anche economiche). Anche la lettera di Falco Accame (già presidente della Commissione difesa della Camera dei deputati a presidente della Anavafaf - Associazione nazionale assistenza vittime arruolate nelle forze armate e famiglie dei caduti) sollecita a mettere in prospettiva la missione dell'epidemiologia. Egli richiama il bisogno di conoscenza sulla nocività per i militari dell'ambiente che si viene a creare in certi fronti di guerra e in particolare sull'esposizione a uranio impoverito. Si ricorderà che quasi dieci anni fa una commissione ministeriale nota come Commissione Mandelli aveva condotto uno studio epidemiologico sui militari italiani reduci dalla guerra dei Balcani. Lo studio era affetto da gravi bias, ma aveva condotto all'inquietante osservazione di un eccesso di linfomi di Hodgkin. L'indagine non venne mai resa oggetto di una pubblicazione formale, e di conseguenza – a quanto ci consta – non è stata sottoposta a peer review. Epidemiologia e Prevenzione pubblicò il rapporto per esteso (Epidemiol Prev 2001; 25(3): 105-12). Anche gli autori del rapporto sottoscrissero la necessità che la ricerca continuasse (Epidemiol Prev2001; 25(4-5): 158). È deplorevole che ciò non sia avvenuto (o, se è avvenuto, non si sia ritenuto di rendere pubbliche le osservazioni). Due anni fa abbiamo pubblicato una rassegna degli studi epidemiologici effettuati in diversi Paesi sul rischio di tumori tra i militari della guerra del Golfo e delle missioni nei Balcani (Lagorio S et al., Epidemiol Prev 2008, 32:145-55): dallo studio non emergevano indizi di aumenti di tumore, ma veniva fatto notare che si trattava di coorti giovani seguite per un numero di anni inadeguato per escludere alcun rischio. A conclusione della rassegna, uno dei messaggi chiave era che «è raccomandabile la prosecuzione del follow-up delle coorti esaminate». Messaggio rimasto inascoltato, almeno per la coorte italiana. Ringraziamo Falco Accame per questa implicita tirata di orecchie all'epidemiologia italiana e ci auguriamo che la sua lettera catalizzi almeno l'auspicabile completamento dello studio italiano.   Raccomando caldamente la lettura del resoconto di Sir Thomas Oliver della sua visita, nel 1910, alle miniere di zolfo in Sicilia. È un modello del modo come le condizioni di vita e di lavoro della gente vanno raccontate. Interessante poi che la descrizione di Oliver sia stata resa nota alla comunità medica britannica attraverso il British Medical Journal, e non soltanto alla allora incipiente medicina del lavoro in Gran Bretagna. Quanto al contenuto (e alle foto), si tratta di condizioni di vita vigenti nel nostro Paese soltanto tre generazioni fa! Questo numero esce con il supplemento contenente il complesso degli studi EpiAir su inquinamento atmosferico e salute. Epidemiologia e Prevenzione tornerà presto sull'argomento, pubblicando anche stime del numero di vittime dello smog nel nostro Paese.

Benedetto Terracini

Indice

Lettere

p. 194
Uranio impoverito: è tempo di condurre un serio studio epidemiologico
Depleted uranium: time for epidemiology has come
Falcone Accame

Editoriali

p. 195
Cambiamenti climatici, effetti sulla salute, interventi di mitigazione
Climate changes: health effects and mitigation interventions
Paola Michelozzi, Manuela De Sario
p. 199
Comunicazione ed emergenze di sanità pubblica
Communication and public health emergencies
Piero Borgia

Attualità

p. 201
Buone politiche editoriali in difesa del clima e della salute pubblica
Good editorial policies for climate change and public health
Benedetto Terracini, Maria Luisa Clementi
p. 202
Politiche efficaci per ridurre l’effetto serra e guadagnare salute
Effective policies to reduce greenhouse-gas emission and improve public health
Redazione di Epidemiologia&Prevenzione
p. 205
Eccessi di pessimismo
Pierluigi Struzzo

Articoli scientifici

p. 207
Mortalità e fattori socioeconomici misurati a livello individuale e d’area nella città di Palermo: uno studio multilivello
Mortality in relation to individual- and area-level socioeconomic status in Palermo (Italy): a multilevel analysis
Filippo Pinzone, Nicolò Casuccio, Rosanna Cusimano, Adriana Mancuso, Angela Pitarresi
p. 215
Studio descrittivo sull’incidenza di tumori maligni nell’area circostante al Centro comune di ricerca (CCR) di Ispra
Descriptive study of cancer incidence in the area around the Ispra Joint Research Centre (JCR)
Salvatore Pisani, Nadia Bianchi, Beatrice Prandini, Maria Gambino, Paolo Contiero, Giovanna Tagliabue, Elio Giorgio Marmondi, Renato Soma, Fabio Banfi, Domenico Bonarrigo
p. 222
I traumi della neve: sci e snowboard a confronto
Snow trauma: comparison between skiers and snowboarders
Francesca Gigli Berzolari, Pierpaolo Marchetti, Matteo Mancini
p. 227
La sindrome metabolica nella Regione Marche: studio di prevalenza tra gli agenti del corpo forestale dello stato
Prevalence of metabolic syndrome among forestry department agents in the Marche Region (Italy)
Alfredo Copertaro
p. 233
Il ricovero ospedaliero nei pazienti oncologici in fase terminale: un’analisi nell’AUSL 2 dell’Umbria.
Hospital admission in terminally ill cancer patients: a survey in the Umbrian Local Health Unit 2
Carla Bietta, Giuseppe Vallesi, Marco Petrella

Interventi

p. 239
Ambiente scolastico e salute respiratoria nei bambini: il progetto SEARCH
School environment and children respiratory health: the SEARCH project
Stefano Zauli Sajani, Elisabetta Colaiacomo, Francesca De Maio, Paolo Lauriola, Luciana Sinisi, Gruppo SEARCH

Rubriche

p. 242
Numeri come notizie
I tumori nei grandi anziani
Cancers in the very elderly
Emanuele Crocetti, AIRTUM Working Group
p. 256
Libri e storie
Malaria, una vittoria della ricerca italiana
Malaria, a victory of italian research
Enzo Merler

Strumenti e metodi

p. 243
Indicazioni metodologiche per la valorizzazione economica della perdita di produttività e dell’informal care nella stima dei costi di malattia
Methodological aspects in valuing loss of production and informal care in cost-of-illness studies
Maria Michela Gianino, Michele Petrinco, Alberto Ferrando, Mario Galzerano, Dario Gregori, Eva Pagano
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