Dall’inizio della pandemia sono stati segnalati focolai di COVID-19 in una varietà di contesti professionali sia in Italia sia nel resto del mondo.1 I report italiani recentemente pubblicati hanno mostrato che la maggior parte dei cluster occupazionali di COVID-19 provengono dal settore sanitario, dove peraltro un più facile accesso ai test diagnostici ha comportato maggiori possibilità di monitoraggio. È stata, inoltre, messa in evidenza la relazione del rischio di infezione con lo stato socioeconomico dei lavoratori, con le professioni e con la possibilità che queste possano essere espletate o meno da remoto.2,3In ambito lavorativo, sono state attivate le procedure di sorveglianza e di tracciamento dei contatti, insieme alle politiche prevenzionistiche e ai protocolli necessari su come affrontare i focolai, quando rilevati. Al riguardo, le direttive europee stabiliscono misure tecniche e organizzative che devono essere attuate sui luoghi di lavoro a seguito di una valutazione dei rischi; sono, inoltre, disponibili linee guida e indicazioni su come proteggere i lavoratori nei settori e nelle professioni in cui si sono verificati i cluster.Il flusso di segnalazioni dei casi di COVID-19 di natura occupazionale giunte (ai sensi dell’art. 139 del TU n... Accedi per continuare la lettura

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