Nel dicembre del 2011 The Scientist ha pubblicato una sorta di resoconto relativo aimaggiori scandali scientifici dell’anno, accompagnato da un aggiornamento su quelli dell’anno precedente, includendovi sia casi di vera e propria frode sia esempi di lavori ritirati dopo la pubblicazione a seguito della denuncia di errori o scorrettezze metodologiche.1 La lista, pur incompleta, è piuttosto varia e si estende a diversi campi disciplinari, Paesi e istituzioni di ricerca, anche molto prestigiose.  

Come contare e interpretare le distorsioni?

A ogni nuovo episodio si innesca un dibattito che si incentra su due tipologie di domande, fra loro strettamente connesse: “quantitative”, relative alla frequenza dei comportamenti scorretti, e “qualitative”, relative alle loro cause. Rispondere alle prime sembrerebbe più facile, ma non è così. Sono aumentati, diminuiti, rimasti costanti i casi di misconduct? La crescita potrebbe essere solo apparente, se considerata relativamente al numero totale di ricercatori in attività, oggi di gran lunga superiore al passato... Accedi per continuare la lettura

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