Abstract

Funding requirements for humanitarian needs have reached a record high, driven by Ukraine’s war, other conflicts worldwide, the COVID-19 pandemic, climate change-related disasters, economic slowdown, and their combined global consequences. More people are in need of humanitarian assistance, and more are forcibly displaced than ever before, the majority of them from countries facing acute food insecurity. The largest global food crisis in modern history is unfolding. Particularly, in the Horn of Africa, levels of hunger are alarmingly high, with countries edging close to famine. This article discusses why and how famine, which had declined in frequency and lethality, is resurging, using Somalia and Ethiopia as ‘mini case studies’, emblematic as they are of a broader trend. Technical and political aspects of food crises and their consequences on health are analysed. The article examines some of the most contentious issues around famine: the data challenges for declaring it and the use of starvation as a weapon of war. The article concludes with the claim that the elimination of famine is possible, but only through political action. Humanitarians can warn of an impending crisis and mitigate some of its consequences, but they are powerless in the face of an ongoing famine, like those described in Somalia and Ethiopia.

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Riassunto

Le necessità di fondi per i bisogni umanitari ha raggiunto un livello record a causa della guerra in Ucraina, di altri conflitti nel mondo, della pandemia di COVID-19, dei disastri legati al cambiamento climatico, del rallentamento economico e delle loro conseguenze globali. Il numero di persone che necessitano di assistenza umanitaria e dei rifugiati e sfollati è più alto che mai, la maggior parte dei quali proviene da Paesi con insicurezza alimentare acuta. Si sta verificando la più grande crisi alimentare globale della storia moderna. In particolare, nel Corno d’Africa, i livelli di fame sono allarmanti e i Paesi sono a rischio di carestia. Questo articolo analizza perché e come le carestie, che erano diminuite in frequenza e letalità, stanno riemergendo, utilizzando la Somalia e l’Etiopia come “mini casi di studio”, emblematici di una tendenza più ampia. Vengono analizzati gli aspetti tecnici e politici delle crisi alimentari e le loro conseguenze sulla salute. L’articolo esamina alcune delle questioni più controverse legate alla carestia: la complessità della raccolta dei dati necessari per dichiararla e l’uso della fame come arma di guerra. L’articolo conclude che l’eliminazione della carestia è possibile, ma solo attraverso l’azione politica. Le agenzie umanitarie possono dare l’allarme dell’imminenza di una crisi e mitigarne alcune conseguenze, ma sono impotenti di fronte a una carestia in corso, come quelle descritte in Somalia e in Etiopia.

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