Riassunto

Si pensa comunemente che la pioggia abbatta i granuli pollinici e conseguentemente allevi i sintomi dei pazienti a essi allergici. Tuttavia, vi è evidenza che in condizioni meteorologiche particolari, per esempio di elevata umidità, come nei primi 20-30 minuti di un temporale, i granuli pollinici, assorbendo acqua e quindi idratandosi, possano andare incontro a rottura da shock osmotico, con conseguente liberazione di parte del loro contenuto, tra cui granuli di amido veicolanti allergeni, della dimensione ognuno di 0,5-2,5 micron. In alternativa alla rottura, la liberazione del contenuto citoplasmatico potrebbe avvenire in concomitanza con il costituirsi del tubo pollinico o per emissione diretta in conseguenza dell’idratazione dei granuli pollinici. Il particolato paucimicronico di derivazione citoplasmatica può penetrare in profondità nelle vie aeree inferiori inducendo l’insorgenza di manifestazioni asmatiche, talvolta anche di grave entità e di tipo epidemico. Ne deriva l’importanza di predire l’insorgenza di temporali nelle stagioni polliniche e di avvertire i soggetti con allergopatie respiratorie da pollini di evitare di uscire di casa nelle prime fasi di un temporale in primavera o, se colti per strada da un temporale, di entrare in un luogo chiuso e coprire le vie aeree con un fazzoletto o con una mascherina. È altresì importante che gli asmatici pratichino con regolarità la terapia antiasmatica e portino sempre con sé spray contenenti broncodilatatori e corticosteroidi.

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Abstract

An increasing body of evidence shows the occurrence of asthma epidemics, sometimes also severe, during thunderstorms in the pollen season in various geographical zones. The main hypothesis explaining association between thunderstorms and asthma claims that thunderstorms can concentrate pollen grains at ground level; these grains may then release allergenic particles of respirable size in the atmosphere after their rupture by osmotic shock. During the first 20-30 minutes of a thunderstorm, patients suffering from pollen allergy may inhale a high concentration of the allergenic material dispersed into the atmosphere, which can, in turn, induce asthmatic reactions, often severe. Subjects without asthma symptoms but affected by seasonal rhinitis can also experience an asthma attack. All subjects affected by pollen allergy should be alerted to the danger of being outdoors during a thunderstorm in the pollen season, as such events may be an important cause of severe bronchial obstruction. Considering this background, it is useful to predict thunderstorms during pollen season and, thus, to prevent thunderstorm-related clinical event. However, it is also important to focus on therapy, and it is not sufficient that subjects at risk of asthma follow a correct therapy with bronchodilators, but they also need to inhale corticosteroids, using both in case of emergency.

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