Il 26 aprile è la data scelta dal governo per “riaprire” le Regioni che torneranno per lo più ad essere in “giallo”. Il Governo ha annunciato la misura dicendo di essere consapevole del rischio, ma si tratterebbe di un “rischio ragionato”.

Le motivazioni che hanno maggiormente portato a prendere questa decisione sono quelle di ordine economico e forse ancor più quelle di ordino sociale. Il Governo, e non solo il Governo, è preoccupato della situazione economica del paese e soprattutto della “tenuta” del consenso popolare nei confronti delle misure di contenimento. Le manifestazioni e i disordini di piazza, le insistenze di buona parte delle forze politiche e dei Presidenti delle Regioni sono stati sicuramente determinanti nel convincere il Governo a prendere una decisione che magari avrebbe preferito evitare.

Se i contagi e i decessi non aumenteranno ed anzi continueranno a decrescere saremo i primi a riconoscere di avere avuto delle perplessità errate e ci congratuleremo con il Governo per il coraggio avuto; preferiremmo però poter far questo invece che dover magari constatare che i nostri dubbi erano fondati e in tal caso sarebbe una gran triste e brutta constatazione e non basterà certo dire a quel punto “l’avevamo detto”.

Ragioniamo quindi su quello che potrà essere l’andamento futuro che dal 28 marzo al 24 aprile è stato sinora il seguente:

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L’andamento ha visto una continua decrescita lineare seppur molto lenta e caratterizzata come sempre da una ciclicità intra settimanale. Il 24 aprile sono stati notificati 13.817 nuovi contagi e il modello ha un valore del trend di 11.786 e del ciclo trend di 13.104, con un residuo positivo di appena 712 casi.

Se tutto continuasse in modo lineare e con la stessa ciclicità intra settimanale potremmo allora calcolare cosa aspettarci per lunedì 10 maggio, cioè due settimane dopo le riaperture che sono normalmente il periodo di tempo in cui si possono incominciare a notare gli effetti di un cambiamento delle regole di comportamento sociale.

Per il 10 maggio il modello prevede un valore del trend a 7.778 casi ed un valore del ciclo trend di 5.375: sarebbero cifre ancora elevate e probabilmente non ancora sufficienti per garantire la eseguibilità di operazioni efficaci di contact tracing. Per scendere sotto i tremila casi giornalieri, che si ritiene siano la soglia per poter realizzare un reale contact tracing, dovremmo arrivare sino a fine maggio.

E chiaro che queste proiezioni sono solo un esercizio numerico che da per scontato che l’andamento del passato possa riprodursi tale e quale nelle settimane future. In ogni caso è un punto utile per paragonare quello che invece realmente accadrà.

Ci sono quattro variabili principali in gioco: la prima è il numero dei suscettibili e se nei quindici giorni si riuscirà a vaccinare mezzo milione di persone al giorno il 10 maggio ci saranno sette milioni di suscettibili in meno, almeno in virtù anche della sola prima dose.

La seconda variabile è la contagiosità del virus: si è detto che questa sia aumentata con la cosiddetta variante inglese che ormai riguarda quasi tutti i nuovi contagiati: speriamo che non intervengano altre varianti peggiori a guastare ancor peggio la festa.

La terza variabile è la circolazione delle persone che produce un aumento dei contatti interpersonali ed un maggior frequentazioni degli ambienti dove è maggiormente possibile contagiarsi. Questa variabile, a causa delle riaperture, sicuramente avrà una crescita del suo valore importante ed inevitabile.

La quarta variabile invece è costituita da tutte le misure personali di precauzione come mascherine, distanziamenti, igiene, ecc. ed è funzione del grado di responsabilizzazione della popolazione. Ciò che lamentiamo, purtroppo, è che forse poco si è fatto per indurre maggior consapevolezza nella gente dell’importanza che ciascuno provveda a contenere i rischi di contagio. Speriamo che in questi giorni lo si faccia maggiormente.

Vedremo quindi che succederà dal 10 maggio e potremo ragionare se queste riaperture avranno richiesto un maggior costo in termini di salute e quanto sarà caro il conto che il virus si è fatto e si farà ancora pagare.

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