Riassunto

Cluster di casi di mesotelioma pleurico da esclusiva esposizione ambientale outdoor sono stati osservati anche in Italia e, sulla base della sorveglianza epidemiologica coordinata dal Registro nazionale dei mesoteliomi, la loro frequenza è stata stimata in circa il 4,5%. Studi epidemiologici e valutazioni di alcuni registri regionali di mesoteliomi hanno permesso di evidenziare che la dispersione di fibre di amianto in ambiente outdoor è stata la sola causa accertata di mesoteliomi da parte di stabilimenti del cemento-amianto, della miniera di Balangero, di alcune cave di rocce serpentinose con affioramenti di tremolite negli Appennini meridionali e in Alta Val di Susa; di cave di crisotilo e serpentino in Valmalenco. Inoltre, casi di mesotelioma della pleura sono stati chiaramente causati da inquinamento ambientale da fibre di fluoroedenite a Biancavilla (CT). D’altra parte, registri regionali di mesoteliomi hanno segnalato anche altre circostanze di esposizione ambientale, come nel caso della siderurgia, della cantieristica navale, di impianti chimici, di linee ferroviarie. Tuttavia, queste segnalazioni non hanno trovato conferme sulla base di studi ad hoc e risulta verosimile una disomogeneità di valutazione dei singoli casi. 
Al di fuori degli scenari che sono stati oggetto di studi epidemiologici, la valutazione del ruolo causale dell’esposizione ambientale ad amianto in place nell’insorgenza del mesotelioma pleurico risulta problematica se non si mette in campo uno sforzo di approfondimento delle circostanze dell’eventuale esposizione, di armonizzazione dei criteri di attribuzione utilizzati nei singoli registri regionali, di valutazione analitica dell’impatto di tale esposizione sul rischio di insorgenza del mesotelioma. 

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Abstract

Pleural mesothelioma clusters from outdoor environmental exposure have been highlighted also in Italy and, on the basis of epidemiological surveillance coordinated by the Italian National Mesothelioma Register, their frequency has been estimated at about 4.5%. Epidemiological studies and evaluations of some regional mesothelioma registers have made it possible to highlight that the dispersion of asbestos fibers in the outdoor environment was the only ascertained cause of mesothelioma in subjects from asbestos-cement factories, from the Balangero mine (Piedmont Region), from some serpentine rock quarries with tremolite outcrops in the Southern Apennines and in Alta Val di Susa (Piedmont Region); from chrysotile and serpentine caves in Valmalenco (Lombardy Region). Furthermore, cases of pleural mesothelioma were clearly caused by environmental pollution from fluoroedenite fibers in Biancavilla (Sicily Region). On the other hand, regional mesothelioma registers have also reported other circumstances of environmental asbestos exposure, like in the case of steel industry, shipbuilding, chemical plants, railway lines, and repair/demolition of railway carriages. However, these reports have not found confirmation on the basis of ad-hoc studies and it is likely that there is a lack of homogeneity in the assessment of individual cases. Apart from the scenarios which have been the subject of ad-hoc studies, the assessment of the causal role of environmental exposure to “in place” asbestos in the onset of pleural mesothelioma is problematic without an effort to more carefully examine the circumstances of possible exposure, harmonization of the attribution criteria used in the individual regional registers, analytical assessment of the impact of such exposure on the risk of onset of mesothelioma.

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